Carlo Petrini

Last update 27 November 2017

Nato a Bra (CN) il 22 giugno 1949

Fondatore e Presidente Internazionale di Slow Food

Cittadino Onorario di Capriglio dal 2011 (delibera comunale del 30/03 n°23)

Carlo Petrini all’inizio degli anni Ottanta fonda l’associazione Arcigola, con l’obiettivo di valorizzare la cultura della convivialità e la promozione dell’enogastronomia di qualità. Il 9 dicembre 1989, Petrini è a Parigi, dove all’Opéra Comique il Manifesto del Movimento Internazionale Slow Food viene sottoscritto da oltre venti delegazioni provenienti da diversi Paesi del mondo. Petrini è eletto presidente, carica che ha mantenuto fino a oggi, ed elabora negli anni una nuova idea di gastronomia, che guarda al cibo come risultato di processi culturali, storici, economici e ambientali, dando decisivo impulso alla creazione della prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo.È stato anche l’ideatore di Terra Madre, la rete di oltre 2000 comunità del cibo, che riunisce contadini, allevatori, casari, pescatori.... da tutto il mondo.Nella veste di giornalista ha collezionato importanti collaborazioni con quotidiani nazionali come Il Manifesto e successivamente, per diversi anni, con La Stampa. Oggi è una firma importante dei giornali del gruppo L’Espresso e in particolare de La Repubblica. Nei suoi articoli commenta e svolge temi legati allo sviluppo sostenibile, alla cultura materiale, alla gastronomia, al rapporto tra cibo e ambiente. Di rilievo anche il lavoro portato avanti attraverso la casa editrice di Slow Food, le cui pubblicazioni, con il suo contributo, hanno ottenuto importanti riconoscimenti: Vini d’Italia, guida enologica, fu premiata nel 1999 come miglior libro nella categoria “wine and spirit” dallo Iacp – International Cook Book Award – negli Stati Uniti, la rivista Slow, Messaggero di Gusto e Cultura, si è aggiudicata il premio per il miglior design ai prestigiosi Utne Reader Alternative Press Awards 2001.Le sue esperienze e riflessioni trovano uno sviluppo organico nella forma del saggio. Nel 2001 Petrini pubblica per Laterza Le ragioni del gusto. Con il giornalista Gigi Padovani firma nel 2005 il libro (tradotto anche in inglese) Slow Food Revolution, edito da Rizzoli. Esce per Einaudi nel 2005 Buono, pulito e giusto. Principi di nuova gastronomia, dove si tracciano le linee di sviluppo teorico del concetto di «eco-gastronomia». Il libro è stato tradotto in inglese, francese, spagnolo, tedesco, polacco, portoghese, giapponese e coreano. L’ultimo suo lavoro è Terra Madre. Come non farci mangiare dal cibo, pubblicato nel 2009 da Giunti – Slow Food Editore, ideale seguito di Buono, pulito e giusto, in cui Petrini aggiorna le sue teorie partendo dalla crisi mondiale e dal modello di pensiero e sviluppo che ne è la causa prima. Il titolo del saggio richiama volutamente l’omonima rete di comunità del cibo e le riconosce dignità di soggetto politico come alternativa capace di creare un’economia locale per riconquistare la sovranità alimentare.Lo spessore dell’elaborazione teorica di Carlo Petrini sui temi della sostenibilità della produzione agroalimentare in rapporto alla gastronomia è stato riconosciuto anche dal mondo accademico: nel 2003, l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli gli conferisce la laurea honoris causa in Antropologia Culturale e nel maggio 2006 l’Università del New Hampshire (Usa) gli conferisce l’honorary degree in Humane Letters, con la seguente motivazione: «A Carlo Petrini, rivoluzionario precursore, fondatore dell’Università di Scienze Gastronomiche. La sua associazione Slow Food ha portato all’interesse mondiale la biodiversità gastronomica e agricola». L’ultimo riconoscimento arriva dall’Università degli Studi di Palermo che nell’aprile 2008 ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Scienze e Tecnologie Agrarie a Carlo Petrini “per la passione civile profusa in tutti i campi in cui ha operato, tesa a valorizzare e promuovere sia la genuinità dei prodotti alimentari sia una agricoltura rispettosa degli equilibri e delle biodiversità naturali”.

Le sue doti di comunicatore, la novità e l’importanza del messaggio applicato nel mondo attraverso i progetti di Slow Food hanno suscitato l’interesse di opinion leader e media a livello internazionale, valendogli l’attribuzione nel 2004 del titolo di Eroe Europeo da parte della rivista Time Magazine, mentre nel gennaio 2008 compare, unico italiano, tra le «Cinquanta persone che potrebbero salvare il mondo», elenco redatto dal prestigioso quotidiano anglosassone The Guardian.