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L'antico Caprilji indicherebbe il "luogo proprio delle capre", ed ancora oggi il paese sorge in'area ricca di boschi; la derivazione del toponimo Caprile, che compare per la prima volta in un documento del 1153, è confermata dal disegno riportato sullo stemma medioevale, cioè una capra. Per lungo tempo feudo dei Radicati conti di Cocconato, Capriglio venne acquistato dal commerciante torinese Giovanni Paolo Melina e nel 1839 il conte Sapelli, figlio di Rosa Giuseppina Melina, ne assunse il predicato. Capriglio diede i natali a Margherita Occhiena, la madre di San Giovanni Bosco, la cui casa natale è visitabile in frazione Cecca, mentre nel concentrico le è stata dedicata la piazza principale, una statua ed il museo “Mamma Margherita” e delle tradizioni contadine nell'edificio dell'ex scuola. Fra i monumenti, ricordiamo: la Parrocchiale di San Martino, eretta su una piccola altura, fu ampliata nel XVIII secolo; la Chiesa di San Martino, nel cimitero, la cui fondazione risale al periodo romanico, conserva tracce della struttura del XIV secolo. Nel palazzo comunale sono ottimamente conservati soffitti in gesso, esempi di una tecnica costruttiva tradizionale. Il territorio del comune è ricco di fossili e di reperti risalenti al Tardo Paleolitico.

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